Milan-Inter: (Super) derby di Coppa

Simone Inzaghi Inter
Simone Inzaghi

Ormai ci siamo: il countdown per la Supercoppa Italiana tra Milan e Inter sta per giungere al termine. Non sarà una sfida come le altre. L’Inter cercherà di portare a casa il primo trofeo della stagione, contro un Milan che viene da un momento no considerati il k.o. contro il Torino in Coppa Italia e anche il pareggio al Via del Mare con il Lecce.

CINISMO E COMPATTEZZA – Parola d’ordine? Compattezza, oltre a cinismo e anche cattiveria. L’Inter – parliamoci chiaro – dovrà da subito indirizzare la sfida sui suoi binari. I nerazzurri hanno vinto agli extra-time con il Parma, e con il Verona è arrivata anche la dimostrazione che la squadra di Inzaghi non riesce a chiudere definitivamente le partite. Servirà – quindi – a Riad qualcosa in più per portare ad Appiano il primo trofeo stagionale. La squadra è arrivata in Arabia Saudita con entusiasmo e nell’allenamento di ieri il clima era anche abbastanza disteso. Ottimismo sì, ma pure tanta ma tanta concentrazione.

L’avversario, o meglio, gli avversari sono i “cugini” che citando il famoso coro “Pioli is on fire” sembrerebbero non proprio infuocati. La vittoria è possibile, solo che stasera servirà molta coesione e mai abbassare la guardia contro una squadra che – vedendo gli ultimi risultati – farà di tutto per mettere i bastoni fra le ruote a un’Inter che arriva in una condizione diversa. L’anno scorso ci ha pensato Sanchez contro la Juve, ma stavolta viene chiamato in causa Lautaro. L’argentino dovrà colpire, con Inzaghi che conta sui gol del “Toro” che – nelle ultime occasioni – ha sempre risposto presente. Zhang, in caso di vittoria, diventerebbe anche il quarto presidente più vincente della storia del club. Un altro valido motivo per giocare col coltello fra i denti, un’altra ragione per vincere e portare un trofeo a casa dopo lo scetticismo delle ultime settimane creatosi con gli ultimi risultati in campionato e non. Luci a Riad, non a San Siro. L’Inter si prepara a questo (super) derby di Coppa. Altro imperativo? Vincere. Per i tifosi, il presidente e il club. Ma soprattutto per “cementare” qualche certezza e il gruppo.

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