O tutto o nulla. Tra Bologna e Atalanta servono sei punti. L’era dei rinvii, delle mezze misure, dei ritardi è da considerarsi chiusa. Ora inizia il periodo delle azioni che producono delle conseguenze. Lo diceva Sir Winston Churchill, parole buone anche per Simone Inzaghi e la sua Inter bipolare. I nerazzurri, un pò come i gamberi, compiono un passo in avanti e due indietro. Sono davvero troppe – come sottolineato da Beppe Marotta – le cinque sconfitte maturate in campionato.
Fase difensiva da revisionare. Premesso che a Torino contro la Juventus può anche starci la sconfitta, bisogna evidenziare che l’Inter quasi al top ha perso contro una Vecchia Signora in formazione rimaneggiata. La sfortuna è un’alibi che non può – e non deve – essere riconosciuto ad una squadra che punta al vertice. A preoccupare è il numero di reti incassate – ben 19 – a fronte dei 25 gol segnati. Con la media di 1.9 gol a partita e l’attuale settimo posto, sognare in grande diventa purissima utopia.
Esterno sinistro, Gosens va o resta? L’Inter non ha provveduto a sostituire Perisic, il pezzo forte dello scorso campionato. Per buona sorte dei nerazzurri, Dimarco è esploso ed ha compensato le problematiche di rendimento palesate da Gosens, lontano dall’essere quel calciatore devastante ammirato a Bergamo. Dopo l’infortunio rimediato con la maglia dell’Atalanta, il tedesco non è più tornato agli antichi livelli. Servirebbe maggiore continuità e non è da escludere una sua cessione a Gennaio.
Lukaku, che succede? Le sue apparizioni col contagocce hanno compromesso la fase realizzativa dei nerazzurri. Il gigante belga ha ceduto ad un infortunio muscolare e la sua presenza ai prossimi campionati del mondo è tutt’altro che garantita. È chiaro che il suo futuro in nerazzurro passa necessariamente da una seconda parte di stagione che dovrà essere ben al di sopra del poco visto finora. In caso contrario, Lukaku prenderà armi e bagagli e se ne tornerà a Londra.
Il bello che non balla. Nessun dubbio sullo straordinario talento posseduto dal Tucu Correa, metterlo in discussione è impossibile, ma il genio argentino sin dal suo arrivo a Milano è rimasto confinato nella lampada. Inzaghi ha provato a strofinarla con vigoria ma i risultati sono stati francamente deludenti. Un pupillo del tecnico che, sfortuna per l’Inter, non ha reso secondo le aspettative. Se non ci fosse stato il tandem composto da Lautaro Martinez e dal sempre eterno Dzeko, le notti dell’Inter sarebbero state più nere che azzurre.
Cambio di passo. Vietato fallire ancora. Inaccettabile aver toppato il quinto scontro diretto di fila. Inzaghi lo sa bene, la società – anche attraverso Marotta – gli ha inviato un messaggio lapalissiano. O tutto o nulla. Tra Bologna e Atalanta servono sei punti. Non uno di meno.