Caro Inzaghi, che facciamo?

Otto partite, quattro sconfitte, otto punti di distacco dalla capolista. Caro Inzaghi, che facciamo? La situazione è preoccupante, così come preoccupano le dichiarazioni del tecnico a fine partita. Anziché sottolineare la pochezza attuale dell’Inter, Inzaghi ha preferito parlare della prestazione, definita  come la migliore della stagione.

C’è poco di cui rallegrarsi. I nerazzurri hanno totalizzato in otto partite lo stesso numero di sconfitte maturate nelle trentotto dello scorso campionato. Senza punti in classifica le prestazioni soddisfacenti lasciano il tempo che trovano.

Gli errori sono tanti e riguardano società, dirigenza e staff tecnico. Inzaghi è stato confermato ma la sensazione, almeno dall’esterno, è che non abbia il pieno controllo dello spogliatoio. La sua situazione ricorda quella di Hector Cuper. El Hombre Vertical fu confermato nonostante alcuni strascichi legati alle delusioni della stagione precedente.

Qualcosa di simile sta accadendo nell’attuale spogliatoio dove alcuni fantasmi sono difficili da scacciare dalla mente dei calciatori. Inzaghi si gioca tutto col Barcellona. Perdere contro gli spagnoli significherebbe dare addio – o quasi – alla Champions League. A quel punto sarebbe difficile continuare a nutrire fiducia nell’allenatore.

L’ambiente – tutti, nessuno escluso – sembra lontano dal tutti per uno, uno per tutti che rese celebre i moschettieri creati dalla penna del Dumas. Sembra che ognuno tenda a remare nella propria direzione. Dov’è lo spirito di squadra che ha reso l’Inter campione d’Italia due anni fa? Dov’è la tenacia che ha condotto i nerazzurri ad arricchire la propria bacheca con due coppe nell’ultima stagione?

Dubbi e perplessità sono tanti. L’allenatore ha il compito di risolverli e dirimerli. O ci riesce o si fa da parte, inutile girarci attorno. Caro Inzaghi, che facciamo?