Lazio-Inter, il passato che ritorna. Sicuramente, quello di Simone Inzaghi, ma non solo. Angoli nascosti nei ricordi, curve nella memoria che conducono a Parigi e alla Coppa Uefa, o a quel fatidico cinque maggio del 2002. In ottica recente per Simone Inzaghi un’altra occasione per rimediare alla sconfitta rimediata nello scorso campionato.
Un finale diverso. É quella la speranza di Inzaghi, un risultato differente dal 3-1 dello scorso ottobre. Diversa è certamente l’Inter, che ha riabbracciato un Lukaku diverso rispetto al passato.
L’importanza del gigante belga. Letale lo è sempre stato, si riguardi Lecce, ma generoso ed altruista lo è più che in passato. In buona sostanza, dalla Premier League è tornato un Lukaku più completo. Lautaro ringrazia perché in coppia col gigante buono è più libero di sprigionare il proprio estro. Il gol siglato contro lo Spezia è da antologia, un tiro di controbalzo che ha fatto sognare il popolo nerazzurro.
Il Sarrismo. Ecco la vera novità in casa biancoceleste. Sarri ha chiesto ed ottenuto calciatori più congeniali al suo credo tattico. Romagnoli e Marcos su tutti, mentre chi già c’era lo scorso anno ha ampliato il proprio bagaglio di conoscenza relativo alle belle arti sarriane.
Una partita nella partita. Un insieme di emozioni intrecciate alla tattica in cui il risultato sarà importante ma non rappresenterà l’unica cosa che conta. Lo ha dimostrato Sarri, da Napoli a Roma, non ne ha mai fatto mistero Inzaghi. La sua Inter, così come la sua Lazio in precedenza, vince e convince. Attraverso il gioco, naturalmente. Lazio-Inter è il passato che ritorna, ma senza dimenticare il presente.