Le pagelle di fine stagione

Le pagelle di fine stagione
Le pagelle di fine stagione

L’Inter conquista Supercoppa Italiana e Coppa Italia vinte contro la Juventus, vittorie che addolciscono l’amaro di uno scudetto sfumato per soli due punti. Le pagelle di fine stagione.

 

LA DIRIGENZA

MAROTTA 9: è facile dire adesso che l’Inter era la più forte. Dove sono quelli che ad inizio stagione scrivevano di una squadra che faticosamente avrebbe centrato un piazzamento in Champions League? Marotta è l’artefice di questo capolavoro a cui manca la ciliegina dello scudetto. Un tricolore perso per un cammino opaco tra febbraio e marzo dove i sette punti in sette partite hanno permesso ad un volenteroso Milan – la quarta forza del campionato – di sovvertire ogni pronostico. L’Inter si rifarà, con questo fuoriclasse nella dirigenza si può stare tranquilli. Nel frattempo ha conquistato una Supercoppa Italiana ed una Coppa Italia contro la rivale di sempre. Scusate se è poco.

AUSILIO 8: dirigente spesso sottovalutato, ingiustamente criticato, è competente e carismatico. Molti successi nerazzurri sono anche figli suoi.

 

IL MISTER

INZAGHI 8: La sua Inter gioca bene per larghi tratti della stagione, dà la sensazione di conquistare il campionato in scioltezza, poi paga dazio alla stanchezza psicofisica accumulata tra febbraio e marzo. È il prezzo da pagare quando, giustamente, si vuole rimanere in lotta in tutte le competizioni. Ad Inzaghi non riesce il colpo grosso per due punti e per la disfatta di Bologna. Ha il grandissimo merito di condurre in porto la qualificazione agli ottavi di Champions League – prestigio e bei soldini – e di vincere due coppe contro la Juventus. Non dimentichiamoci che gli hanno ceduto Lukaku e Hakimi, mica Gianni e Pinotto, e che ha dovuto rinunciare ad un campione come Eriksen. Inzaghi rappresenta il punto di partenza.

 

I PORTIERI

HANDANOVIC 6.5: Qualche errore, le solite ottime parate in una stagione in cui ha collezionato altri due trofei in nerazzurro. Il rinnovo è cosa fatta, sulla carta sarà la chioccia di Onana. Il campo confermerà o meno le intenzioni della dirigenza.

RADU 4: una partita, un errore colossale che costa il tricolore all’Inter. È vero, l’Inter ha collezionato sette punti in sette partite tra febbraio e marzo ma aveva recuperato, se avesse vinto a Bologna, avrebbe cucito la seconda stella sul petto. Andrà via per ricercare continuità.

 

LA DIFESA

SKRINIAR 8: vero leader della retroguardia, ha l’Inter nell’anima. Classe e forza.

DE VRIJ 6: stagione sufficiente, non sempre al top della forma. Rinnova o lascia? A Marotta l’ardua sentenza.

BASTONI 7,5: un talento purissimo, la catena mancina con Perisic funziona alla perfezione. Non è sul mercato ma nel calcio attuale diventa difficile respingere un assalto di 80 milioni.

DIMARCO 7: parte come esterno sinistro, si trasforma in un affidabile centrale difensivo. Qualche piccola incertezza in un ruolo destinato a diventare suo.

D’AMBROSIO 6,5: garanzia di affidabilità.

RANOCCHIA 6,5: la sua semirovesciata in stile Carlo Parola vale all’Inter mezza Coppa Italia. Saluta e ringrazia dopo undici anni in cui ha vinto scudetto, Supercoppa Italiana e due Coppe Italia.

KOLAROV N.G.: chi l’ha visto?

 

IL CENTROCAMPO

DUMFRIES 8: ricordiamo ancora i giudizi negativi delle vedovelle di Cancelo ed Hakimi. L’olandese volante ha stupito tutti, eccellente in fase di possesso, è maturato in quella difensiva diventando un esterno pregiato e prezioso.

DARMIAN 7: jolly abile nel ricoprire più ruoli, prezioso nello spogliatoio, leader silenzioso.

BARELLA 7,5: bene ad inizio stagione, ha poi finito per pagare dazio alla fisiologica stanchezza – non va dimenticato l’Europeo – tra febbraio e marzo. Si riprende con un finale disputato con la solita energia.

VECINO 4,5: chiude con l’Inter disputando poche partite quasi mai convincenti.

BROZOVIC 9: l’Inter non può fare a meno di lui. Urge reperire un sostituto che possa consentirgli ogni tanto di rifiatare. Le sue regie sono da premio Oscar.

CALHANOGLU 7,5: arriva all’Inter da trequartista e diventa mezzala grazie alla sua abnegazione e al lavoro di Inzaghi. Sforna assist pregiati in mezzo a tanta quantità.

VIDAL 5,5: si congeda con una stagione sottotono. Poche le partite convincenti, su tutte la sfida contro lo Sheriff. Andrà al Flamengo, i ritmi del Brasilerão non sono altissimi e lì potrà ancora fare la differenza.

GAGLIARDINI 5,5: anche per lui la stagione non è da annoverare tra le migliori della carriera. Non è mai facile fare la differenza quando si hanno pochi minuti a disposizione. Dovrebbe rimanere in nerazzurro.

PERISIC 9: non sappiamo se pane, avocado e tacchino rendano bionici, certo è che l’esterno croato andrebbe clonato. I due gol in finale di Coppa Italia contro la Juventus resteranno scolpiti nella memoria di ogni tifoso nerazzurro e apparterranno per sempre alla gloriosa storia del club. Rinnovo si o no? È sontuoso, all’apice della carriera ma va verso i 34 anni. Ha ragione Marotta, il cuore va messo da parte, occorre razionalità perché si tratta di una decisione importante.

GOSENS 6,5: colpo di classe di quel genio di Marotta che lo strappa alla concorrenza. Il panzer rappresenta il futuro sulla fascia sinistra. Poche apparizioni in cui si toglie anche la soddisfazione di purgare il Milan in Coppa Italia con la rete del 3-0. Bisogna riflettere attentamente. Un calciatore del suo calibro non può rimanere in panchina. L’eventuale conferma di Perisic passa anche attraverso questo ragionamento. A differenza del croato ha cinque anni in meno, le fatiche sulla fascia in un modulo come il 3-5-2 sono notevoli.

 

L’ATTACCO

LAUTARO 8: vogliamo realmente discutere El Toro? Qualcuno lo paragona ad Aguero e fa bene. Colpi al volo, fiuto per il gol, classe come dimostrato ad Anfield fanno comprendere perché sia incedibile. Oggi e domani.

DZEKO 7: diciassette gol, eccellente nella prima parte di stagione, meno nel girone di ritorno. La carta d’identità pesa, l’Inter dovrà necessariamente reperire un’alternativa più giovane e dello stesso valore. Fosse facile.

SANCHEZ 7: il gol al centoventesimo minuto della gara di Supercoppa Italiana contro la Juventus ci ha fatto godere. Una goduria eterna, di quelle che non risentono del trascorrere del tempo. Estasi purissima. El Ninõ Maravilla è questo: estasi quando accarezza il pallone. Marchia anche la Coppa Italia con gol d’autore come quello contro la Roma di Mourinho. Se ne andrà, l’Inter ha scelto Dybala.

CORREA 5: tre doppiette, per carità decisive quelle contro Hellas Verona ed Udinese, ma realmente troppo poco è stato il suo apporto anche in virtù dell’investimento sborsato dall’Inter. Può fare di più, ha colpi eccellenti, ma l’Inter deve valutare attentamente se cederlo o meno. Se dalla Spagna tornasse in auge il Siviglia, El Tucu potrebbe anche prendere in considerazione l’idea di andarsene in Andalusia.

 

 

 

 

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