Ci sono storie che meritano di essere raccontate. Come quella di De Boer, il profeta rivoluzionario che sognava di trasformare l’Inter.
Provaci tu Frank. Con questo titolo la Gazzetta dello Sport benedice l’arrivo a Milano di De Boer. L’Inter è nel pieno di una rivoluzione societaria e tecnica. Suning ha appena rilevato il pacchetto di maggioranza da Erick Thoir. Roberto Mancini decide di lasciare nuovamente l’Inter per divergenze insanabili. Thoir, nominato presidente dalla nuova società, decide di dar vita a quella che è solo un’idea: affidare la panchina a Frank De Boer, cultore del calcio totale, profeta del bel gioco, ideale per ripartire verso un futuro luminoso.
Profeta in Patria. All’Ajax sono sicuri: De Boer è l’uomo giusto per l’Inter. Con i Lancieri ha vinto quattro campionati ed una Supercoppa. Il suo calcio champagne non è fatto solo di effervescenti bollicine ma si abbina ad un corposo pressing costante. De Boer è carico e determinato e le prime parole infondono coraggio e speranza: “Un solo obiettivo, tornare grandi. Qui si respira la storia. La mia ambizione è la stessa del club: si chiama Champions”.
Parole, parole, parole. Alla prima giornata l’Inter scivola in casa del Chievo, trafitta da una doppietta di Birsa. De Boer studia alternative al 3-4-1-2 d’esordio e passa prima al 4-3-3, poi al 4-2-3-1. Il pareggio casalingo contro il Palermo e la vittoria di Pescara lasciano ben sperare in vista del Derby d’Italia contro la Juventus. Neanche le brutte figure in Europa scoraggiano De Boer, che contro i bianconeri punta al colpo grosso.
La notte più bella. Medel e João Mario proteggono la difesa, Eder, Ever Banega e Candreva supportano Icardi. Dopo aver rischiato più volte di capitolare la Vecchia Signora si porta in vantaggio con Lichtsteiner. Neanche il tempo di deprimersi per lo svantaggio immeritato che Mauro Icardi rimette le cose a posto. Il suo colpo di testa non lascia scampo a Buffon. Passano altri dieci minuti e l’Inter ribalta il risultato con un altro colpo di testa, questa volta di Ivan Perisic. È il definitivo 2-1 per l’Inter.
La caduta. La successiva vittoria di Empoli illude un pò tutti. De Boer non riuscirà a comprendere a pieno le complessità del calcio italiano, né la serie A gli concederà il tempo necessario per sviluppare quella rivoluzione tattica che aveva in mente. Verrà esonerato dopo la sconfitta contro la Sampdoria.
Gli 84 giorni. Si congederà dall’Inter con un magro bottino. 84 giorni, 14 punti in 11 gare. Ben 5 sconfitte, 2 pareggi e 4 vittorie. L’umiliazione più grande è stata certamente la sconfitta casalinga per 2-0 in Europa League contro l’Hapoel Beer Sheva. Le colpe non furono solo di De Boer. Un allenatore che avrebbe meritato più tempo per sviluppare la rivoluzione che aveva in mente. “Peccato che sia finita così. Per portare avanti questo progetto serviva più tempo. Voglio ringraziare tutti i tifosi per tutto il supporto che mi avete dato questi mesi. Forza Inter”. Così parlò De Boer, il profeta rivoluzionario. Ed anche gentiluomo.