L’Inter non muore mai

L'Inter non muore mai
L’Inter non muore mai

Pinamonti e Asllani ci hanno provato. Andreazzoli ha preparato bene la gara ma ha dovuto arrendersi alla forza dei nerazzurri. L’Inter non muore mai.

Luci a San Siro. Che il calcio sia spesso sport illogico e irrazionale è risaputo. A San Siro giunge, come una sentenza, la conferma della validità di questo assioma. L’Inter va sotto di due gol, barcolla, si rialza, assesta quattro ganci all’Empoli e conquista tre punti di platino. Bravo Inzaghi, nonostante il doppio svantaggio, a mantenersi fedelmente ancorato alle proprie convinzioni tattiche senza lasciare spazio ad inutili frenesie o arrembaggi.

Classe e raffinatezza abbinate a potenza ed irruenza. Calhanoglu e Lautaro, due tipi diversi ma alla fine due guerrieri. Nel momento più buio dei nerazzurri tocca al centrocampista turco illuminare la scena. Giocate pregevoli, assist deliziosi. Al resto ci ha pensato El Toro, il centravanti dei gol giusti nei momenti giusti. Il successo in rimonta contro l’Empoli (qui le pagelle) rappresenta una grande iniezione di fiducia.

Top player. Con Brozovic ermeticamente controllato da Asllani, i palloni giocabili sono transitati dai piedi di Calhanoglu. Il turco sembra viaggiare come sospeso, staccato da terra, dal passo leggero. Quando lo 0-2 stava togliendo all’Inter anche la speranza dell’ultima rincorsa, ecco salire in cattedra Lautaro Martinez. Impossibile pensare ad una sua cessione, impossibile trovare sul mercato un attaccante altrettanto bravo. Due gol bellissimi e tanta garra.

Le speranze non muoiono mai. L’Inter le mantiene vive e si prepara al meglio per la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Il destino è nelle mani del Milan, atteso dai confronti contro Hellas Verona e Atalanta. Il campionato si deciderà molto probabilmente in queste due partite. L’Inter sogna un passo falso dei cugini e nel frattempo mette pressione addosso all’undici rossonero. L’Inter non muore mai, neanche quando è sotto di due reti. Chiedere ad Andreazzoli.

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