Milano dai due volti. Il Milan gongola, lo scudetto si avvicina, umore sotto i tacchetti in casa nerazzurra.
Come nel 2002. L’Inter scivola su una buccia di banana e si butta via quando era attesa al definitivo decollo. Un autolesionismo simile a quello messo in atto il 05 maggio del 2002 quando gettò alle ortiche uno scudetto praticamente vinto. A Bologna ha fatto la stessa cosa: sulla graticola dove un tempo c’era Gresko oggi c’è Radu. Cambiano i protagonisti ma la storia è sempre quella.
Scudetto compromesso. Il giovane portiere ha le sue responsabilità, le pagelle (qui i voti) non sono certo gratificanti, ma è inutile, ed alquanto ingeneroso, crocifiggerlo. L’Inter ha compromesso la corsa verso il titolo in precedenza. Impossibile dimenticare i sette punti nelle sette partite che hanno preceduto la trasferta di Torino contro la Juventus. Quando si sbaglia tanto si arriva al punto in cui non si può commettere alcun errore.
Milan, mani sul titolo. Difficile essere perfetti, l’Inter non ci è riuscita ed il destino, talvolta giusto, in altre occasioni beffardo, le ha presentato il conto nel modo più atroce. Il Milan? È in uno stato di euforia e si prepara, salvo contrattempi che nel calcio ci sono sempre, a festeggiare il diciannovesimo titolo. Il Diavolo affronterà squadre che lasciano a giocare. Con questo tipo di avversari i rossoneri sono sempre andati a nozze. Almeno fino ad ora.
Speranze residue. Difficile pensare che i rossoneri possano dilapidare il vantaggio sui cugini. Dovrebbero pareggiare due partite – o perderne una – mentre l’Inter dovrebbe vincerle tutte. Dopo una batosta del genere diventa complicato azzardare previsioni ottimistiche. Inzaghi dovrà ergersi a fine psicologo per raddrizzare la situazione.
Raccogliere i cocci. Il calcio, bello e dannato al tempo stesso, regala sempre qualche sorpresa. Bologna l’esempio più classico. Raccogliere i cocci più in fretta possibile, umore sotto i tacchetti in casa nerazzurra.