Nel mezzo del cammin di campionato mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. Corsi e ricorsi storici, Simone Inzaghi come Dante Alighieri. Prima della partita di Torino contro la Juventus, l’Inter era di fronte ad un bivio. Vincere o mollare. Ha vinto con autorità ed un pizzico di sofferenza che deve accompagnare una grande squadra.
Torino val bene un campionato. Inzaghi è testimone. Quando era ancora calciatore, se la sua Lazio non avesse vinto a Torino, avrebbe dovuto archiviare sogni di gloria. Corsi e ricorsi storici, Cholo Simeone come Calhanoglu e due squadre che, pur in epoche differenti, hanno dato la sensazione di essere di gran lunga le più forti. Lo era quella Lazio, lo è incontrovertibilmente questa Inter che ha un’unica colpa: aver rianimato Milan e Napoli con sette partite deludenti nei risultati.
L’onestà di Josè. L’Inter ha barcollato, ha incassato ed oggi si è ripresa alla grande. Il successo netto contro la Roma (qui le pagelle) lo testimonia. Mourinho veniva da mesi di giubilo ed estasi. A Milano si è dovuto inchinare allo strapotere fisico e tecnico dei nerazzurri. Lo ha ammesso senza appellarsi ad alibi. Mourinho è un vincente e sa bene che gli alibi appartengono ad un’altra categoria.
Bologna e Udine, guardia alta. Inzaghi guardi ai prossimi impegni, nulla è stato ancora fatto. L’Inter è chiamata ad una serie di partite complicate. La doppia trasferta contro Bologna ed Udinese è da prendere con le pinze. I pareggi contro Milan e Juventus hanno fatto vedere di che pasta è fatto il Bologna. Una partita alla volta, un campionato da conquistare, corsi e ricorsi storici da non dimenticare.