L’Inter vince, le altre piagnucolano e si lamentano per fantomatici errori arbitrali. Il rumore dei nemici è finalmente tornato. Mancava da quel 22 agosto 2009, vigilia di Inter-Bari. Sulla panchina nerazzurra sedeva Josè Mourinho, vero condottiero mica soldato di ventura come tanti.
Il tempo passa per tutti. Mourinho ha conquistato altri trofei, è anche scivolato ma ha saputo rialzarsi ed ora si è preso Roma. Con lavoro e pazienza si è imposto in una realtà complessa come quella giallorossa dove l’eco delle radio è assordante e la pressione è passionale e soffocante al tempo stesso. La Roma rappresenta un baluardo non semplice da superare. Solo 6 le reti incassate nelle ultime 11 partite, merito di una fase difensiva che può contare su un terzetto fisico e tecnico composto da Mancini, Smalling e Ibanez, sulla disciplina tattica di Karsdorp e Zalewski, ultima invenzione di Mourinho, e sulla cerniera composta da Oliveira e Cristante.
Inter attenta. I nerazzurri si sono ritrovati dopo il sacco di Torino e dopo il tentato suicidio sportivo alimentato dai sette miseri punti in altrettante partite. Milan e Napoli hanno avuto l’opportunità di allungare, di infliggere il colpo di grazia ai nerazzurri ma non l’hanno fatto. La Juventus ha rosicchiato qualche punto salvo poi essere sconfitta di corto muso tra le mura amiche.
Gufi & piangina show. Dopo i tre successi consecutivi dei nerazzurri in campionato, sono tornati alla carica gufi e piangina. Credevano di aver tumulato l’Inter ed oggi farneticano. C’è chi parla di errori arbitrali che starebbero appositamente favorendo Handanovic e compagni. Qualcuno addirittura azzarda un paragone con Calciopoli, un’eresia che porta di diritto nei sepolcri infuocati tanto cari a Dante Alighieri.
La verità. È una, incontrovertibile: l’Inter è la squadra più forte di tutte e deve recitare Mea Culpa. Non fosse stato per il letargo prolungato di febbraio-marzo questo campionato sarebbe bello che archiviato e la seconda stella già ricamata sul petto. Invece tocca giocarsela con squadre dalla caratura tecnica inferiore con il concreto rischio di perdere un titolo più che meritato. Il rumore dei nemici non deve scoraggiare ma dare la carica emotiva necessaria per vincere e zittire chi, come la stolta volpe, quando non arriva all’uva, blatera che sia acerba.
Molti nemici molto onore
AMALA🔵⚫️