Siamo giunti agli ultimi sei match del campionato per l’Inter. L’epilogo di una stagione difficile, partita in sordina, esplosa come una primavera in autunno, spentasi dopo la sosta natalizia e riavutasi nel big match di Torino contro la Juve.
Poi, per l’Inter, in questo periodo pre-pasquale, è arrivata la vittoria che certifica la rinascita contro il Verona per 2-0. Una gara giocata e dominata che ha chiuso il ciclo della brutte copie. A testimonianza che quando le squadre di Inzaghi sono in salute impongono il loro gioco. Ora sotto con Lo Spezia.
Già, forse proprio questo è il tallone di Achille del tecnico piacentino: le sue squadre vanno a mille e, quando poi i ricambi non sono all’altezza dei titolari, dopo aver spinto il motore al massimo dei giri, ti trovi a corto di fiato, più che di idee. Quando la testa non aiuta, le gambe non girano.
Dopo aver raschiato a fondo il barile, la squadra nerazzurra sembra ora aver raccolto le forze per lanciare l’assalto allo scudetto. Si lavora per confermarsi. In casa Inter è questo l’obiettivo e, dopo aver vinto la Supercoppa, si insegue scudetto e Coppa Italia. Sarebbe a tutti gli effetti un mini triplete.
Le fatiche di Ercole erano 12. Quelle dell’Inter, per il campionato, sono “solo” sei. Sei gare che l’Inter non può sbagliare, perché Milan e Napoli sono sempre in agguato, come predatori in cerca della vittima sacrificale. Ma i nerazzurri non lo sono e non potranno mai esserlo. Nemmeno nel peggiore degli incubi.
L’Inter è adesso una squadra rinfrancata dopo aver affrontato mari in burrasca e asperità inaudite. Ma ci vuole solidità e coraggio per andare fino in fondo, anche se ora l’odissea è alle spalle. Come Ulisse che ritorna a Itaca, i nerazzurri ritornano con prepotenza sullo scudetto. Sono sei partite. Per la gloria e la seconda stella.