San Siro, una bolgia ogni volta che gioca l’Inter. Uno stadio iconico, che ribolle di passione e sprizza entusiasmo da ogni seggiolino. Che si giochi contro il Real Madrid o contro l’Ancona non fa differenza: i tifosi fanno sentire sempre il loro scenografico, nutrito, chiassoso e travolgente supporto agli 11 in campo.
Anche ieri, nel vittorioso match contro il Verona, sugli spalti del “Meazza” erano presenti 61.325 spettatori. Numeri impressionanti, senza eguali in Italia e sicuramente ai primi posti in Europa. Cè una gran voglia di Inter, sempre. Perché il tifoso interista, umorale come pochi, sia che l’Inter navighi in buone acque, sia che che ci sia burrasca, è lì, a gioire o soffrire. Sia che giochi Ronaldo il Fenomeno sia che in campo ci sia Macellari.
Il tifoso interista è una specie in via d’estinzione. Non è caldo come il napoletano o superbo come il romanista. Nemmeno è snob-aristocratico come lo juventino, che pensa di avere sempre ragione. Non si crede migliore come il milanista. No, il supporter nerazzurro è meravigliosamente innamorato a oltranza della maglia e dei colori. Senza condizioni e senza infingimenti.
Chi tifa Inter non si cura delle altre tifoserie. Chi supporta il nerazzurro non ha bisogno di confrontarsi con gli altri, perché la motivazione è dentro di sé, svincolata da ogni calcolo opportunistico o interesse. Si tifa perché il sentimento è vero. È una dimensione che non si può cogliere, o sei interista o non la comprendi. Né il tifoso si aspetta che qualcuno la comprenda: sarebbe impossibile accedere al mondo nerazzurro per chi non è ‘puro’.
San Siro, l’Inter ha i migliori tifosi d’Italia
I numeri di ieri, uniti a quelli delle altre parti che casalinghe, sono un orgoglio ma anche un monito. Un avvertimento affinché, nella costruzione del nuovo stadio, si tenga conto di questa debordante passione. Ecco perché non si può pensare di costruire uno stadio di 45mila posti: sarebbe un’offesa a chi vive l’Inter in modo pieno e appassionato. Un impianto con capienza ridotta sarebbe prodromo all’aumento del costo dei biglietti. L’ingresso sarebbe disincentivato e, per forza di cose, destinato a meno persone.
Il calcio è di tutti. L’Inter di chi sa mettersi sulle sue frequenze. In ogni caso, il pallone – la pandemia lo ha dimostrato – è solo un involucro, un contenitore vuoto senza i tifosi. Per questo, nel finora tortuoso iter di costruzione del nuovo stadio, una riflessione seria, meticolosa e intelligente si deve fare. Quella dell’Inter non è una tifoseria come le altre. Non gli si può negare il diritto di assistere allo spettacolo.
A Milano ci vuole una struttura da 80mila posti, come San Siro. Se l’alternativa non avvicina questi numeri, a questo punto, ristrutturiamolo e teniamocelo. San Siro. Tanto è scientificamente dimostrato che quando l’Inter gioca in casa c’è sempre il pienone. Basti pensare che 60mila spettatori li facevamo anche con Kuzmanovic, M’Vila e il divino Jonathan Cicero Moreira. Non crediamo si debba aggiungere altro.