L’Inter è tornata o forse non se n’è mai andata

L'Inter è tornata o, forse, non se n'è mai andata
L’Inter è tornata o, forse, non se n’è mai andata

Come la bacchetta magica delle fate tanto care a Carlo Collodi, le reti di Barella e Dzeko trasformano la zucca nerazzurra in una meravigliosa carrozza. L’Inter è tornata o, forse, non se n’è mai andata.

Inizio da urlo. Un’Inter così concentrata in avvio non la si vedeva da un pò. I nerazzurri riprendono il discorso interrotto nel dicembre scorso. Due successi di fila – prima volta nel 2022 – e rincorsa a Milan e Napoli lanciata. Skriniar, Brozovic e Perisic sugli scudi ma sarebbe banale e riduttivo elogiare solo i tre moschettieri. Loro hanno adoperato il fioretto, i compagni la sciabola con cui il buon Hellas Verona di Tudor è stato disarmato e messo all’angolo. Vittoria di squadra, reparti armonicamente collegati tra loro.

El Tucu prezioso. La posizione di Correa è stata strategica. Pur non avendo i novanta minuti nelle gambe, El Tucu ha disputato una gara di grande generosità ed ha dialogato con intelligenza non solo con Dzeko, suo compagno di reparto, ma anche con le mezzali. Non è un caso se gli inserimenti di Barella – sua la rete del vantaggio – e Calhanoglu in zona gol sono stati più costanti.

Calma e concentrazione. A dicembre qualcuno disse e scrisse che il Dio del pallone aveva scelto l’Inter come candidata al successo finale. Dichiarazioni preamature come le supercazzole del Conte Raffaello Mascetti. Inzaghi e la squadra, nonostante le prestazioni convincenti, avevano bisogno di tempo perché le difficoltà, complice un calendario machiavellico, sarebbero arrivate puntuali. I successi contro Juventus e Verona hanno spazzato via complessi ed incertezze dell’ultimo periodo ed allontanato quel masochismo nerazzurro che rendeva la squadra poco concreta. L’Inter è tornata o, forse, non se n’è mai andata.

 

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