Senza il regista croato l’Inter si è spenta, una nave in un mare in tempesta senza un faro che indicasse la via. L’Inter è Brozovic dipendente. I motivi sono molteplici. Il rientro contro la Juventus ha fugato ogni dubbio.
Nessuno come il croato. Metti una sera a Torino, il clima è quasi primaverile e ti giochi una stagione. L’avversario, manco a dirlo, quella Signora, sì Vecchia per nulla cara al popolo nerazzurro. Il nemico, sportivamente parlando, per eccellenza, il Dracula per Van Helsing, il Diabolik per l’ispettore Ginko. Stretto nella morsa di Locatelli e Rabiot, asfissiato dalle grinfie di Zakaria, Brozovic ha saputo imporre la sua razionalità tattica con un’intelligenza calcistica superiore. Mai un pallone calciato a caso, mai un momento in cui l’ansia da prestazione lo abbia obnubilato. Lucido, determinato e determinante, pronto a far comprendere a Milan e Napoli che saranno anche favoriti – lo dice la classifica – ma che prima di scucirgli di dosso il tricolore dovranno fargli lo scalpo.
I gladiatori. Brozovic è il Massimo Decimo Meridio del centrocampo di Inzaghi. Anima e cuore di un universo nerazzurro di cui si sente parte integrante. Non fosse così, difficilmente avrebbe rinnovato il legame con l’Inter fino al 2026. Ai suoi lati Barella e Calhanoglu, pronti a proteggerlo e supportarlo come Juba e Hagen fecero con il generale romano. Saranno tanti i Commodo che cercheranno di fargli le scarpe, a cominciare da sabato prossimo quando di fronte si troverà ossi duri del calibro di Tamèze, Ilic e Veloso. Brozovic è pronto, lo è sempre stato.
Senza di lui, il diluvio. Brozovic non vuole certo rubare la scena a Madame de Pompadour, amante del Re Sole che volle sollevare il morale del suo Luigi all’indomani della sconfitta di Rossbach. I fatti però dicono che senza di lui il centrocampo nerazzurro si ingolfa. Barella e Calhanoglu possiedono altre caratteristiche, Vecino altre ancora, lo stesso dicasi di Vidal. Brozovic è uno, nessuno gli si avvicina per attitudine alla regia, centomila non lo emulerebbero. Pirandello lo avrebbe contrapposto al suo Vitangelo Moscarda, vanesio e inconcludente protagonista del suo celebre romanzo. Brozovic avrebbe messo in luce concretezza e maturità. Inzaghi lo sa bene. L’Inter è Brozovic dipendente. I motivi sono noti, non serve aggiungere altro.