Domani sera ore 20:45 andrà in scena il big match tra Juventus e Inter. A Torino è previsto il pubblico delle grandi occasioni. Quelle occasioni che invece sono sfuggite ad Inzaghi: nelle ultime 10 partite ha portato poca acqua al mulino di viale della Liberazione. Le “pale” sono ferme e bisogna farle ripartire. Non sarà compito facile, ma il tecnico deve dimostrare di aver imparato dagli errori.
Sia chiaro, chi scrive e questa redazione tutta sono compatti attorno all’allenatore; per noi deve continuare sulla panchina nerazzurra. All’estero non hanno la mania di cambiare tecnico ogni stagione. Emblematico il caso Wenger all’Arsenal: pochissimi trofei vinti in 22 anni ininterotti da manager. Ma nessuno ha mai osato metterlo in discussione.
Inzaghi ha dato ossigeno a un ambiente depresso dopo le illustri cessioni estive, facendo sognare il popolo interista con bel gioco e vetta della classifica. Ora le cose non vanno come all’inizio. Non tutto però è perduto. A patto che Inzaghi, in queste ultime partite, dia la scossa galvanica in grado invertire la rotta. A partire dal big match dello Stadium.
Il derby d’Italia (a proposito, ha ancora senso continuare a chiamarlo così?) potrebbe essere il capolinea per Inzaghi e per l’Inter: il tecnico rischierebbe seriamente di salutare a fine stagione; la squadra abbandonerebbe, con ogni probabilità, il sogno seconda stella. Ma la partita potrebbe anche essere il momento di rottura con un periodo negativo. La classica ruota che gira.
Una gara, quella con i rivali storici, che si carica di significati extracalcisitici enormi. Una partita che i bianconeri vorrebbero assolutamente vincere: significherebbe spezzare le ali e spegnere ogni velleità ai nerazzurri. A Torino questa idea stuzzica parecchio. A Milano non sono poi così d’accordo su un epilogo tanto truculento. Ecco perché Inzaghi si gioca tutto: fine della corsa o altro giro sul pianeta Inter.
