Lo senti nell’aria che è cambiata, che anticipa l’estate. Musica e parole di Luciano Ligabue, grande tifoso interista, ideali per introdurre il derby d’Italia. Partita fondamentale per le sorti dell’Inter. Brozovic recupera ma De Vrji è in dubbio.
Un solo obiettivo. La vittoria, senza alcun dubbio. Qualsiasi altro risultato, compreso uno di quei pareggi bordino maturati negli ultimi incontri, servirebbe a poco. Servono i tre punti per alimentare speranze. Un campionato che sembrava vinto in scioltezza è stato cestinato grazie a prestazioni scialbe e ad un’involuzione di cui Simone Inzaghi, a fine campionato, sarà chiamato a rispondere alla dirigenza.
La conferma. Come sempre i risultati fanno la voce grossa. Paragonare l’Inter del girone d’andata a quella attuale è un pò come avvicinare l’inutile Paulo Roberto Cotechino al grande Diego Armando Maradona. Bella e ingiocabile la prima, prevedibile e inefficace la seconda. Cos’è cambiato? Apparentemente nulla, uomini in campo e staff tecnico sono gli stessi. Forse qualcosa nella psicologia di squadra, magari qualche risultato negativo ha scalfito antiche certezze sapientemente plasmate dalla pregiata mano di Antonio Conte. Inzaghi dovrà concludere il campionato in modo differente rispetto all’attuale andamento lento tanto caro a Tullio De Piscopo. Se non sarà scudetto bisognerà arricchire la bacheca con la Coppa Italia.
L’undici anti Juve. Handanovic in porta, a Skriniar e Bastoni sarà affiancato D’Ambrosio, apparso più in palla rispetto all’ultimo Ranocchia. A metà campo Dumfries e Perisic agiranno sugli esterni con Barella e Calhanoglu in supporto della regia di Brozovic. Davanti spazio a Dzeko e Lautaro Martinez, guarito dal Covid. Juventus-Inter non è una semplice partita ma la partita. Brozovic recupera ma De Vrji è in dubbio. Ora la palla passa al campo, unico giudice supremo.