Quando Inzaghi firmò il suo contratto con l’Inter, gli fu chiesto di conquistare un piazzamento in Champions League e di vincere la Supercoppa Italiana. Obiettivi alla portata della rosa nerazzurra. La Supercoppa è già in bacheca, la qualificazione nella massima competizione europea non sembra in discussione. Eppure l’ultimo mese è mezzo ha messo in discussione il tecnico. Il futuro di Inzaghi a fine stagione.
Il pessimo girone di ritorno. La scorsa estate non fu richiesto al mister di conquistare la seconda stella. L’Inter si avviava ad un percorso di ridimensionamento. Dzeko e Dumfries hanno caratteristiche completamente differenti da Lukaku ed Hakimi, così come Calhanoglu è diverso da Eriksen. Eppure l’Inter viaggiava spedita. Questo fino al derby.
Dopo il Milan la caduta. Sette punti in sette partite hanno compromesso il percorso. Inzaghi ha le sue responsabilità. Il poco turnover ha portato gli uomini chiave ad essere spremuti. Si pensi a Barella, completamente involuto rispetto ad inizio stagione. Vidal, Vecino, D’Ambrosio, Ranocchia, Darmian, Gagliardini e Sanchez c’erano anche lo scorso anno quando l’Inter vinse e convinse.
Qualcosa si è incrinato I pessimi risultati del girone di ritorno hanno minato antiche certezze. La dirigenza contava – visto l’andamento fino ad un mese e mezzo fa – di vincere il campionato e le dichiarazioni di Marotta lo testimoniano. Inzaghi dovrà concludere bene il campionato e vincere la Coppa Italia. Altrimenti si rischierà un Cuper-bis.
No Cuper-bis. Per chi non rammentasse quegli anni, l’Inter 2003-04 confermò l’allenatore senza la fiducia totale della dirigenza. Come andò a finire? L’Hombre Vertical fu esonerato nell’ottobre dello stesso anno per poi essere sostituito in corsa da Alberto Zaccheroni. La sensazione è che nessuna decisione definitiva sia stata presa. Il futuro di Inzaghi a fine stagione, quando le idee saranno chiare e i dubbi dissipati del tutto.