Lukaku, chiamami ancora amore

Lukaku, il belga vuole tornare all’Inter
Lukaku, il belga vuole tornare all’Inter

Sarebbe troppo facile iniziare questo pezzo citando il famoso brano di Venditti, Certi amori non finiscono, ma, oltre ad essere un verso abusato, non sarebbe in linea con la tradizione dei cantori nerazzurri, Roberto Vecchioni su tutti. Già, perché il cantautore milanese, tifossimo dell’Inter, ormai un decennio fa, scrisse un pezzo il cui titolo calza a pennello per l’occasione: Chiamami ancora amore. Il brano, vincitore della 61esima edizione di Sanremo, è intriso di sentimenti, parla di amore e speranza. Di comprensione per il genere umano. Vi starete chiedendo, a questo punto, cosa c’entrino tutte queste cose con un articolo che dovrebbe parlare di sport, di Lukaku per la precisione.

In questi giorni, in cui l’Inter, in ogni bar della Penisola subisce processi, più o meno “regolari”, per le non brillanti prestazioni in campionato, da Oltremanica rimbalza frequente la notizia secondo la quale Big Rom starebbe facendo tutto quanto nelle sue possibilità per tornare all’Inter. Al di là dell’oggettiva difficoltà di realizzazione di un piano tanto ardimentoso, la sottolineatura va posta sull’atteggiamento del “figliol prodigo” che, qualora le voci fossero confermate – ma già il fatto che finora nessuno le abbia smentite la dice lunga sulla fondatezza della vicenda – significherebbe, a tutti gli effetti, un’inversione a u rispetto alla decisione del giocatore di raggiungere il suo primo amore, il Chelsea.

Beh, sì, diciamolo tranquillamente: Lukaku è pentito di aver lasciato Milano. E non solo perché è partito titolare solo una dozzina di volte in questa stagione, no, non è per questo. Perché Romelu sa che che se fosse decisivo, come lo è stato all’Inter, Tuchel non ci penserebbe due volte a metterlo in campo. È un ragazzo troppo intelligente per non riconoscerlo. Semmai, c’è da capire quali siano i motivi delle prestazioni opache che lo hanno fatto diventare “uno qualunque”. La risposta è molto semplice: l’ambiente. A Milano il ragazzo si sentiva al centro di un mondo che stravedeva per lui. Era sospinto, ogni volta che l’Inter giocava in casa, da 70mila cuori che battevano all’unisono nel vederlo letteralmente abbattersi come un uragano sulle difese avversarie.

Il Chelsea per Lukaku rappresentava la ragazza del liceo, quella inarrivabile e verso la quale dirigi le più mielose fantasie d’amore. Poi cresci, vai all’università, vivi situazioni nuove, incontri un’altra ragazza, te ne innamori. Vivi una storia travolgente che ti fa arrivare al settimo cielo. Ogni tanto, però, il ricordo di quel rifiuto sui banchi di scuola fa capolino fra i tuoi  pensieri. Allora torni a pensarla, chiedendoti come sarebbe stato se quella volta, quando vi siete trovati da soli nei bagni, avessi provato a baciarla, a farle capire che eravate fatti l’uno per l’altra. Poi, un giorno, per caso, vi incontrate. Il batticuore sale a 1000. Vi sorridete, la chimica so impenna. Decidete di provarci. Così, fai le valigie, lasci il tuo secondo amore, trovando le scuse più meschine – soprattutto dopo aver giurato amore eterno – e torni da lei.

Ma nel frattempo le cose sono cambiate. Lei non è più la ragazza acqua e sapone che ti passava i compiti: è diventata donna. Una donna sfrontata e ambiziosa, che non si accontenta più di una cena a lume di candela o di un sandwich preparato con le tue mani. A guardala bene, non è poi nemmeno così bella come la avevi immaginata. E poi fuma, fuma tanto, come quella nebbia di Londra che ti avvinghia e ti disorienta.

Sei infastidito. E deluso,  perché capisci che forse la tua infatuazione era andata oltre il limite. Ora che l’hai conquistata ti accorgi che hai perso interesse, che il tuo era forse solo un capriccio. Avevi trasferito su di lei ogni attenzione. La avevi idealizzata grandemente, ma la realtà è un’altra. Non convergete più, ma non sai come uscirne.

Ti manca il secondo amore, perché se è vero che il primo non si scorda mai, è il secondo quello che ti fa apprezzare il sentimento. Il secondo è stato l’unico che hai conosciuto veramente: cristallino, lineare, fedele alla prima volta nella quale vi siete conosciuti e piaciuti. Ora, con il primo vivete sotto lo stesso tetto ma da separati in casa. Nemmeno fate colazione assieme la mattina, vi rispettate, ma è tutto tremendamente convenzionale. Non ci sono sussulti, non c’è complicità. La sera dormite separati, vi sorridete in maniera finta, solo perché nessuno dei due vuole scandali. Ma ormai il rapporto è logoro. Una notte, in piena crisi esistenziale, decidi di richiamare l’altra. Dall’altro lato quella voce gaia, rassicurante che avevi imparato ad apprezzare nella tua permanenza a Milano.

Le dici che hai capito e che vuoi tornare. Che sei disposto a fare qualsiasi cosa pur di riabbracciarla. Ti risponde che le cose sono cambiate e che, a meno di miracoli, non c’è spazio per il sentimentalismo in questo momento. Ma tu non ti arrendi, perché hai capito che c’è speranza. Le sue parole schiette hanno tradito un sentimento mai sopito. Anche lei si sente ancora legata a te. Decidete di sentirvi, vi prendete del tempo per valutare, senza fretta, ormai per quest’anno è andata. La voglia è tanta, la storia è vera. Se c’è una cosa che hai imparato è che la verità prima o poi verrà a galla. Stai aspettando quel momento. Lei, dall’altro lato, pondera con razionalità ogni aspetto. Valuta, con molta attenzione.

Sì, con un po’ di immaginazione, sull’onda emotiva dellla trasposizione letteraria, le cose sono andate più o meno così. Dalla poesia passiamo alla prosa, però. Marotta ha detto a chiare lettere che Lukaku sarebbe il benvenuto ma che, in questo momento, un ritorno all’antico è impossibile. L’operazione sarebbe per l’Inter onerosissima, anche a fronte di una riduzione drastica dell’ingaggio, che Lukaku ha detto di volersi decurtare. Il problema è che al Chelsea, in piena crisi societaria e con l’interesse del fondo arabo verso la società di Abramovich, non è facile prendere decisioni. Ma soprattutto: chi darebbe via un giocatore pagato 120 milioni in prestito a chi te l’ha venduto qualche mese prima? È ovvio che se si deve ragionare non è dal prestito che si deve partire.

La volontà in questi casi è molto importante, certo, ma non è la sola che può orientare le scelte. In tutto ciò, dall’Inghilterra, il prestigioso ‘The Sun’ si dice certo di un ritorno di fiamma per l’Inter da parte di Lukaku, riportando che il centravanti non è felice in riva al Tamigi e che avrebbe richiamato la sua ex squadra per tentare a tutti i costi il come back in nerazzurro. Anche in Spagna, AS dà come molto probabile il ricongiungimento.

A quel punto l’attacco dell’Inter per la prossima stagione potrebbe avere una fisionomia del tutto differente. Con in più i gol che quest’anno sono mancati. È vero che con Lukaku l’Inter avrebbe giocato in maniera diversa, ma una riflessione sull’apporto che il belga avrebbe potuto dare va fatta. Accipicchia se va fatta.

Questa parabola calcistica di Lukaku ci insegna che il cuore a volte fa brutti scherzi, ti inganna. Ha fatto capire che le situazioni non devono prendere mai il sopravventato e che, più che esserne dominati, come una banderuola in balia del vento, è necessario dominarle, come un esperto navigatore guada le onde di un mare in burrasca. A proposito di burrasca, ne è passata di acqua sotto i ponti da quel mese di agosto 2021, quando Lukaku, quasi come un fuggiasco, abbandona la barca e salpa per Londra.

Se vecchioni parla di speranza e comprensione per il genere umano, la speranza di vedere Lukaku di nuovo a San Siro, recondita quanto vogliate, deve esistere per forza. E deve esserci anche la comprensione dei tifosi, nell’accettarlo e perdonarlo. Le cose cambiano e la vita insegna. Per esempio, a un “cuore così bianco” come quello di Romelu questa vicenda ha insegnato che se sei stato bene in un posto non devi cambiare. E oltre ogni cosa che: il primo amore non sempre è il migliore.

 

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