L’involuzione dei nerazzurri è totale. Inzaghi nel caos

L'involuzione dei nerazzurri è totale. Inzaghi nel caos
L’involuzione dei nerazzurri è totale. Inzaghi nel caos

L’involuzione dei nerazzurri è totale. Il Dottor Jekyll che aveva illuso con un sontuoso girone di andata si è trasformato in un pessimo Mister Hyde. Sette punti in sette partite – pessima media – e sogni di gloria riposti nel cassetto. Inzaghi nel caos. “Noi involuti – ha dichiarato il mister a fine partita – sentiamo un pò la pressione e la mancanza di vittoria. Siamo frenetici ma non abbiamo paura. Dobbiamo restare tranquilli e lavorare. C’è tempo per riprenderci, crediamo ancora nello scudetto”.

Il Milan vola. La sensazione è che per quanto l’Inter possa ancora crederci, l’assenza di risultati positivi abbia realisticamente compromesso il cammino. I nerazzurri sono distanti ben sei lunghezze dai cugini e con la sfida alla Juventus alle porte. Qualcuno si appellerà alla partita contro il Bologna, a tre potenziali punti in più in classifica, ma si tratta di uno specchietto per allodole. Anche in caso di successo in Emilia, l’Inter sarebbe distante di quattro punti dal Milan. Pesa la sconfitta nel derby di ritorno. Aspetto da non sottovalutare riguarda i prossimi impegni quando i rossoneri potrebbero, in caso di ennesimo passo falso dell’Inter e di contemporaneo successo sul Bologna, allungare in classifica.

Colpe di tutti. Inzaghi ha parlato di approccio sbagliato. “Non me l’aspettavo così, si arrivava da un altro approccio in cui non avevamo fatto bene. Io non sono esente da colpe”. Chiaro il riferimento di Inzaghi al pessimo inizio contro il Torino che, sommato a quello di ieri, sancisce definitivamente un problema che alberga nella testa dell’Inter.

Modulo unico. Il 3-5-2 è diventato prevedibile. L’Inter non ha uomini in grado di creare superiorità ed è Brozovic-dipendente. Senza il croato in campo solo due pareggi ed una sconfitta. Due problemi di difficile risoluzione. Inzaghi ritiene che il modulo non c’entri molto nella crisi dell’Inter. “Non è questione di moduli. Calhanoglu era più alto degli altri mediani perché andava su Torreira e magari con il 2-1 di Sanchez staremmo parlando di altro”.

Malumori crescenti. Al fischio finale si è percepito qualche fischio piuttosto comprensibile. Ad inizio stagione nessuno pensava che l’Inter potesse dominare il campionato. Le pesanti perdite di Conte, Hakimi, Eriksen e Lukaku non potevano certo lasciare tranquillo l’ambiente, ma nessuno avrebbe immaginato che i nerazzurri, dopo un eccellente girone di andata precipitassero in una crisi che sembra senza fine. Inzaghi ha ancora tempo per invertire la rotta – lo scudetto sembra ormai andato – e terminare in crescendo il campionato. La sua panchina sembra ancora salda, ma è superfluo ricordare che il calcio si basa soprattutto sui risultati.

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