Nell’Inter che non vince si aprono piccole crepe. Se la mancanza di risultati – partite senza vittoria – dovesse continuare, la dirigenza si sentirebbe in dovere di mettere in discussione lavoro svolto finora, squadra e allenatore. Non si sta dicendo niente che non avvenga in ogni società, ovverosia la valutazione sul bilancino dei risultati ottenuti tenendo conto del “capitale” a disposizione.
Da ieri sul banco degli imputati è finito Simone Inzaghi, reo di aver perso quel bandolo della matassa che aveva visto l’Inter rimontare nel girone di andata sette punti al Milan. Adesso, con una partita in naftalina, i nerazzurri sono a meno sei. La prospettiva non è delle migliori. Tuttavia, la squadra può recuperare lo smalto e gareggiare fino alla fine per lo scudetto, ma non bisogna più sbagliare e sperare in qualche passo falso delle rivali.
Inzaghi è saldamente sulla panchina dell’Inter, godendo della stima e della fiducia di Zhang e Marotta. Anche in virtù del fatto che a lui era stato chiesto, a inizio stagione, di raggiungere la quarta piazza. Stima e fiducia che però non sono incondizionate, legate non solo ai risultati ma anche alle modalità di reazione alle difficoltà, alle capacità gestionali nei vari momenti, alla prontezza di capire prima certe situazioni, correggendo il tiro dove necessario. Vero, l’Inter non era partita per vincere il campionato, ma se a metà campionato ti trovi a lottare per quello bisogna anche avere la capacità di rimanere in alto.
Quindi sì, Inzaghi in questo momento è l’allenatore dell’Inter, nessuno ha intenzione di voltare pagina, ma è chiaro ed evidente che le prossime otto partite saranno decisive per valutare gli uomini, tra cui anche il mister. In queste ore sondaggi proposti online buttano giù dalla torre Simone. Tanto che si parla già di un eventuale suo sostituto. Un nome che troverebbe apprezzamento in viale della Liberazione. Un nome che fa molto rumore e che scuoterebbe violentemente il microcosmo interista.
Dalle informazioni ricevute dalla nostra redazione, il nome insospettabile sarebbe quello di Rino Gattuso. L’allenatore di Corigliano non ha bisogno di presentazioni, sappiamo tutti chi è e il professionista serio che ha sempre dimostrato di essere. Gattuso ha certamente un passato scomodo, tanti anni in rossonero non si dimenticano. Quando lo abbiamo incrociato, però, è stato sempre un avversario leale. Tosto ma leale. Non sappiamo se Gattuso sia l’uomo giusto per raccogliere eventualmente il testimone da Inzaghi, ma la notizia c’è ed è questa. E andava data.
Ovviamente ci auguriamo che Inzaghi rimanga lungamente al timone, perché ciò significherebbe aver svolto un ottimo lavoro e aver centrato risultati degni di nota, in linea con le ambizioni e le possibilità della squadra al momento. Le cose, da qui a fine campionato, potrebbero cambiare repentinamente. In questo clima di incertezza e instabilità nessuno può dormire sonni tranquilli. Tutti sono sotto esame. Perché gli esami non finiscono mai. E Inzaghi potrebbe essere il primo esaminato.
