Al centro di critiche. Come sempre quando le acque non sono calme e il mare accenna ad una minima tempesta, i giudizi divengono affrettati. Inzaghi, chi lo contesta, farebbe meglio a dedicarsi al padel. L’impulsività, il timore di non farcela, assumono aspetti predominanti, ma l’errore più grande è proprio quello di essere poco lucidi.
Calma e gesso. Perdere lucidità equivale ad autolesionarsi, meglio dunque riavvolgere il nastro e tornare ad inizio stagione. Sembrano così lontani i tempi in cui Conte, Hakimi e Lukaku salutavano il nerazzurro.
“Servirà calma – si disse e si scrisse – l’Inter non è la favorita, ci sono altre squadre davanti. Inzaghi non può avere la bacchetta magica”. Parole che risultarono sagge all’epoca, e che oggi dovrebbero esserlo ancora di più. Alle illustri partenze di cui sopra dobbiamo anche aggiungere la gravissima perdita di Christian Eriksen, centrocampista che non si sostituisce facilmente. In tanti avrebbero firmato per essere – in questa fase della stagione – in piena lotta per lo scudetto, con una Supercoppa Italiana in bacheca, in semifinale di Coppa Italia e con un ottavo di Champions League disputato in modo encomiabile contro il Liverpool.
Critiche premature e ingenerose. Mettere in discussione Inzaghi è ingeneroso, parlare addirittura di sostituzione del tecnico a fine stagione è eresia. L’Inter è in linea coi programmi tracciati in estate. Dovesse arrivare lo scudetto saremmo tutti contenti, ma se dovesse vincerlo un’altra squadra, niente drammi.
Chi era favorita ad inizio stagione? Non era l’Inter la favorita in estate, o ci siamo forse dimenticati delle pole position? Adesso è facile gettare la croce addosso a Inzaghi e parlare di poche alternative in panchina. Lucidità, signori. Il tempo delle critiche – purché siano costruttive – non è ancora giunto. Inzaghi, chi lo contesta farebbe meglio a dedicarsi al padel.
