Inter history: José Mourinho

during the UEFA Champions League Final match between FC Bayern Muenchen and Inter Milan at the Estadio Santiago Bernabeu on May 22, 2010 in Madrid, Spain.

Porto, Chelsea, Real Madrid ma soprattutto la nostra Inter. Oggi è il 26 gennaio e a Setubal, precisamente nel 1963, nasce José Mourinho.

Si sa: quando viene nominato lo “Special One” la mente può solo tornare alla bellissima finale di Madrid del 2010, dove i nerazzurri si sono imposti sul Bayern per 2-0 grazie a una doppietta del “Principe” Milito.

Ma non è l’unico ricordo che abbiamo della parentesi di Mou in nerazzurro: abile comunicatore, il tecnico portoghese si è rivelato un vero e proprio showman di fronte ai giornalisti rilasciando dichiarazioni d’antologia e dando titoli scoppiettanti alle prime pagine dei quotidiani.

L’arrivo a Milano è già un cult: alla domanda su Lampard, Mou risponde “Ma io non sono un pirla”, scatenando le risate di tutti i presenti ad Appiano e dribblando l’argomento riguardante l’allora centrocampista del Chelsea.

Ma c’è solo una conferenza che è entrata nella storia: sempre durante la prima stagione in nerazzurro, Mou sottolinea come la stampa – in un determinato momento – sia stata totalmente “manipolata” e “offuscata”. Il portoghese non le manda a dire citando sempre Ranieri (allora tecnico della Juve) e tutti gli altri club che hanno subito torti arbitrali contro i bianconeri:

“A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l’opinione pubblica per un mondo che non è il mio. […] Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali. […] Ranieri? Se è al fianco di Spalletti, io sono al fianco di tutti gli allenatori che hanno perso punti contro la Juve per errori arbitrali. Mi sento vicino a Prandelli, a Del Neri, a Zenga. Io sono andato davanti alle telecamere per dire che la mia squadra ha vinto a Siena con un errore dell’arbitro. Il giorno dopo l’allenatore di una squadra con la maglia bianco e nera, che guarda le partite dell’Inter, è andato in televisione e ha ammesso di aver segnato un gol in fuorigioco… che bravo… […] Io parlo con la stampa perché sono obbligato. Spalletti parla prima della partita, parla durante l’intervallo e parla dopo la partita: è “primetime”, è amico di tutti. Io non sono così”.

Da “prostituzione intellettuale” a “zero titoli”: Mourinho entra nella hall of fame e nel cuore di tutti i tifosi ma anche dei giocatori. Basti pensare alla rincorsa a Maicon dopo la vittoria al fotofinish col Siena, al “rumore dei nemici”, al rapporto con Eto’o (schierato come terzino nella semifinale di Champions contro il Barcellona) e all’abbraccio con Materazzi dopo la notte indimenticabile del 22 maggio.

José – in un documentario Netflix – dirà poi come si sia creato un certo rapporto tra lui e il mondo Inter. Un legame indissolubile, una fratellanza che dura ancora grazie a un gruppo whatsapp che ha come componenti ovviamente lo “Special One” e i giocatori artefici del cosiddetto Triplete.

La Milano nerazzurra lo ricorderà per sempre per aver centrato in una sola annata tutti e tre i titoli e vincendo un trofeo che mancava da quarantacinque anni. Oggi Mou compie gli anni e anche se siede su un’altra panchina il mondo interista continuerà ora (e sempre) a omaggiarlo. Buon compleanno José!

Leggi anche: “Biasin: Dybala? Troppo caro e discontinuo”



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